IO, PHROCIO, CONTRO L'OMOSESSUALITÀ ROMANTICA
IO, PHROCIO, CONTRO L'OMOSESSUALITÀ ROMANTICA C'è chi mi chiama omosessuale, chi gay, chi queer, chi addirittura ricchione o phrocio. Dovrei offendermi? Perché? È quello che sono, mi piacciono gli uomini, mi piace il cazzo, che male c'è? Ad un “brutto phrocio”, io rispondo: “brutto o dici a frait! phrocio? è quello che sono!” Dovrei smettere di dire che sono phrocio solo perché c'è chi usa questa parola per insultarmi? Chi lo ha deciso? Quando ho capito di essere gay, ho capito che la mia vita che consideravo normale, mai più sarebbe stata “normale”. Ma in fondo cos'è la normalità, se non un volersi necessariamente adeguare ad uno schema borghese fatto di coppie “felici” formate da due personaggi delle favole che stanno insieme perché si amano e vogliono costruire insieme la loro famiglia perfetta, con l'uomo cavaliere che compra fiori, cioccolatini e offre inviti a cena, e la donna damigella dolce che si fa aprire la portiera e si fa bella per lui? E i gay? I...