Il patriarcato ci fotte tuttə: maschi eterocis compresi (seconda parte)



Il patriarcato ci fotte tuttə: maschi eterocis compresi 

(seconda parte)


Ma se i maschi eterocis si fossero uniti a noi in questa lotta decennale, oggi che mondo sarebbe? Non diciamo che non abbiano fatto nulla, diciamo che avrebbero potuto fare di più. Da femministə il dubbio dobbiamo quantomeno porcelo.
Facciamo un esempio, banale, probabilmente scontato, e sicuramente non italiano.
In Argentina sappiamo bene che las Madres y las Abuelas de Plaza de Mayo sono letteralmente diventate con la loro lucha un punto di riferimento di femminismo, al punto che il loro pañuelo bianco (che in realtà in origine non era altro che il pannolino bianco di stoffa del loro hije
desaparecide) è diventato, con colori diversi, il simbolo del femminismo sudamericano, da Non Una Di Meno in poi. Quando è stato chiesto loro come mai i loro mariti non si fossero organizzati, hanno risposto che, in realtà, lo avevano fatto o quanto meno ci avevano provato. Molto banalmente: non aveva funzionato. Da un lato in quanto donne e non giovani riuscivano a fare più degli uomini: venivano meno ostacolate in quanto meno pericolose (sono donne, sono vecchie, che potranno mai fare?). Dall’altro molto semplicemente gli uomini finivano per litigare: sul calcio o sulla politica. Gli uomini eterocis cioè non riuscivano e non riescono a portare avanti le loro istanze mettendo da parte le loro differenze e i loro problemi per raggiungere un fine comune. Mancano cioè di quella fratellanza/sorellanza su cui le donne e le persone LGBT hanno basato la loro lotta. In tal senso sono indietro, indietro anni luce.
Aggiungere un altro dato importante è però fondamentale: riconoscere un privilegio non è semplice, riconoscerlo e volersene staccare nemmeno; ma in quest’ultimo caso almeno c’è un riconoscimento. Rendersi conto di quanto il patriarcato colpisca anche categorie privilegiate non è cosa da poco. Né per chi è privilegiato né per chi non lo è. Significa mettere in dubbio il sistema a cui siamo statə educatə. Significa prendere coscienza di quanto siamo responsabili di tutto ciò: in soldoni, significa che dobbiamo muovere il culo e fare qualcosa perché a questo punto è tardi per fingere che non esista un problema. Però alcuni uomini, sì alcuni, non molti, cercano, ci provano, alcuni lo fanno, alcuni addirittura ci riescono. Gli mra ovviamente non li prendiamo in considerazione: sono l’equivalente maschile di terf, swerf, donniste varie. Ci sono poi quelli che si organizzano per conto loro, cioè senza donne o persone LGBTQIA+, un gruppo di maschi eterocis che prendono autocoscienza di un problema e cercano di fare qualcosa. Le intenzioni ci sono tutte. La buona volontà non manca. I risultati però sono scadenti o nulli.
Il separatismo aveva senso per le donne nei collettivi degli anni 70: sì, all’epoca il senso c’era. Un separatismo maschile oggigiorno un senso proprio non ce l’ha. Perché si perde il punto, non si capisce il problema e non si raggiunge nessun obiettivo.
Un gruppo di maschi eterocis che parla dei problemi delle donne e che manifesta contro la violenza sulle donne.
Senza le donne.
Fa già ridere così.
Senza rendersi conto che si sta spostando l'attenzione da un problema patriarcale e maschilista (ergo non maschile: come spiegato sopra) di cultura millenaria, a loro. Parlando solo di violenza sulle donne. Violenze di genere e problematiche di orientamento sessuale, ovviamente, non vengono toccate. Non capire queste differenze è problematico. Non vederci un problema è problematico. Non sapere queste cose altrettanto. Informarsi prima di agire sarebbe utile. E sì l’informazione c’è ed è alla vostra portata. Non vi potete aspettare che vi educhiamo noi. Questi gruppi non sono cattivi ma sostanzialmente inutili o addirittura controproducenti.
Poi però ci sono uomini eterocis che si avvicinano al femminismo. Al nostro. Quello inclusivo. Sono pochi ma esistono, non sono una leggenda metropolitana, cioè esistono per davvero. Lo fanno tiepidamente, goffamente, in punta di piedi, e cercano di non creare disturbo in qualcosa in cui non si sentono del tutto parte integrante, ma al massimo alleati o ospiti, spesso nemmeno particolarmente graditi o voluti. Membri di serie B, che si trovano ad essere una minoranza, pur rappresentando quasi la metà della popolazione. Non sempre arrivano con consapevolezza o con buone intenzioni, anzi tutt’altro. Perché di finti femministi che usano il loro essere frociaroli per rimorchiare li abbiamo visti. Molestie nei collettivi da parte loro? Abbiamo visto anche questo. Ergo no, non siamo né stupidə né sprovvedutə. Molto semplicemente realistə e pratichə. Persone cioè che cercano di affrontare un problema anziché nasconderlo.
Se siete molesti o morti di figa ovviamente non siete i benvenuti. Non solo vi allontaniamo ma probabilmente vi prendiamo anche a calci in culo. Non perché siete maschi eterocis ma perché siete maschilisti. Maschi bianchi eterosessuali basici anche no. La scusa del “io di femminismo non ne so nulla” usata per venire negli spazi femministi a sparare castronerie maschiliste e/o ignoranti è solo una scusa. La cultura femminista è ovunque ed è alla vostra portata. Non vi informate? La colpa è solo vostra. Non siete bambini e non vi tratteremo come tali.
Ma se venite con intenzioni oneste, con consapevolezza, con l’obiettivo di fare un percorso femminista insieme, allora sì, siete strabenvenuti. Non solo, ma addirittura vi accogliamo come membri del femminismo e non solo come ospiti.
Da parte vostra una maggiore consapevolezza e coscienza sarebbe utile.
Da parte nostra una maggiore inclusione.
Solo così, insieme, possiamo farcela. Senza usare un'inconsapevolezza come scusa. Senza usare un privilegio come motivo per colpevolizzare e puntare il dito. Senza colpevolizzare. Né i maschi eterocis né altre categorie. Per il solo fatto di appartenere appunto a una categoria.
La colpevolizzazione non serve. Coscienza, consapevolezza, critica, informazione, assolutamente sì. Perché mettersi in ginocchio sui ceci per il semplice fatto di avere un privilegio è inutile, più che ingiusto. Riconoscere un privilegio, invece, è utile ed è un primo passo. Ma appunto è appena un passo. Solo quello. Poi bisogna andare avanti, centrare un obiettivo e cercare di fare l’impossibile per raggiungerlo. Il separatismo è stato utile in passato. Ma ora è il momento di andare avanti (Fine).

Link prima parte 


Credits foto:



Paro Internacional de Mujeres en Santa Fe 2017 - Nosotras Paramos - 8M

Sciopero Internazionale delle Donne a Santa Fe 2017 - Noi Scioperiamo - 8M

Cartello (traduzione) Nessun* bambin* nasce maschilista

Fonte Wikipedia

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